La pica è un disturbo alimentare caratterizzato dall’ingestione persistente di sostanze non nutritive e non commestibili, come carta, terra, gesso, sabbia, ghiaccio o capelli, per un periodo di almeno un mese. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), la pica viene diagnosticata solo se questo comportamento è inappropriato rispetto allo stadio di sviluppo della persona e non è culturalmente accettabile. Questo disturbo può manifestarsi a qualsiasi età, ma è più comune nei bambini, nelle donne in gravidanza e in individui con disabilità intellettive.
La situazione della pica
La pica è meno conosciuta rispetto ad altri disturbi alimentari e spesso è sottovalutata o mal interpretata. Nonostante sia considerata rara, può avere gravi implicazioni per la salute fisica, come intossicazioni, ostruzioni intestinali e carenze nutrizionali. Il disturbo è stato osservato in diverse culture e contesti sociali, e alcune pratiche culturalmente accettate possono sovrapporsi ai comportamenti tipici della pica, complicando la diagnosi.
Nei bambini, la pica è spesso confusa con il normale comportamento esplorativo della prima infanzia, in cui gli oggetti vengono portati alla bocca. Tuttavia, quando questo comportamento persiste oltre i 2 anni di età, può indicare un problema sottostante. Negli adulti, la pica è talvolta associata a condizioni come la gravidanza, disturbi psicologici o situazioni di grave stress.
Questo disturbo può essere anche il segnale di carenze nutrizionali, come la mancanza di ferro o zinco, che spingono l’organismo a cercare inconsciamente sostanze esterne per compensare la carenza. La pica è spesso accompagnata da stigma sociale, poiché i comportamenti ad essa associati sono percepiti come strani o incomprensibili.
La scarsa consapevolezza e la difficoltà a identificare il disturbo ritardano spesso l’accesso a trattamenti adeguati. La pica è un disturbo complesso, che richiede un approccio multidisciplinare per affrontare le sue molteplici cause e conseguenze.
Manifestazioni pratiche
La pica si manifesta attraverso un comportamento persistente di ingestione di sostanze non nutritive. Le persone con pica possono ingerire materiali diversi a seconda dell’età, delle condizioni mediche e del contesto ambientale. Tra le sostanze più comunemente ingerite troviamo terra, argilla, sabbia, carta, stoffa, plastica, sapone e metalli.
Nei bambini, il comportamento è spesso ripetitivo e può includere il consumo di oggetti trovati nell’ambiente circostante, come terra del giardino o carta da disegno. Nei casi gravi, questo comportamento può interferire con la crescita e lo sviluppo, causando carenze nutrizionali e problemi gastrointestinali.
Negli adulti, la pica può presentarsi in contesti specifici, come la gravidanza o in condizioni di stress cronico. Le donne incinte che soffrono di pica possono manifestare un desiderio persistente di mangiare ghiaccio (pagofagia) o terra (geofagia), comportamenti che, se trascurati, possono portare a complicazioni sia per la madre che per il feto.
Dal punto di vista psicologico, il disturbo è spesso accompagnato da un senso di vergogna o da difficoltà a parlarne apertamente, contribuendo all’isolamento sociale e alla mancanza di supporto.
Fattori di rischio e cause
- Carenze nutrizionali: Bassi livelli di ferro, zinco o altri nutrienti possono scatenare il disturbo.
- Condizioni mediche: La pica è frequentemente associata a disabilità intellettive, disturbi dello sviluppo o disturbi dello spettro autistico.
- Gravidanza: Le alterazioni ormonali e nutrizionali possono aumentare la propensione al disturbo.
- Stati psicologici: Ansia, stress e traumi emotivi possono favorire l’insorgenza della pica come meccanismo di coping.
- Condizioni socioeconomiche: La povertà e la malnutrizione aumentano il rischio del disturbo.
- Pratiche culturali: In alcune culture, l’ingestione di terra o argilla è considerata normale e può sovrapporsi ai comportamenti legati alla pica.
Impatto personale e sociale
La pica ha un impatto significativo sia a livello personale che sociale. Dal punto di vista fisico, l’ingestione di sostanze non commestibili può causare gravi danni alla salute. I rischi includono intossicazioni da sostanze tossiche, ostruzioni intestinali, lesioni al tratto gastrointestinale e infezioni. Le carenze nutrizionali, causate dall’incapacità dell’organismo di assorbire nutrienti essenziali, sono un ulteriore problema comune.
A livello psicologico, la pica può portare a un senso di vergogna, soprattutto negli adulti, che evitano di condividere il problema con familiari o amici. Questo isolamento contribuisce al peggioramento del disturbo e rende più difficile l’accesso alle cure.
Dal punto di vista sociale, le persone con pica possono trovarsi escluse o stigmatizzate a causa del comportamento percepito come anomalo. Nei bambini, il disturbo può influire negativamente sulla socializzazione e sul rendimento scolastico, mentre negli adulti può interferire con la vita lavorativa e le relazioni interpersonali.
Anche le famiglie sono profondamente colpite, poiché spesso non sanno come affrontare il problema o dove cercare aiuto. L’ansia per la salute del familiare affetto e il disagio sociale associato al disturbo possono creare tensioni e conflitti all’interno del nucleo familiare.
Trattamento
- Psicoterapia: Approcci terapeutici per affrontare le cause emotive e comportamentali del disturbo.
- Terapia nutrizionale: Correzione di eventuali carenze vitaminiche o minerali che possono contribuire al disturbo.
- Monitoraggio medico: Controlli regolari per prevenire complicazioni fisiche come intossicazioni o ostruzioni.
- Supporto familiare: Coinvolgimento dei familiari per migliorare la comprensione e il supporto.
- Approccio multidisciplinare: Coinvolgimento di medici, psicologi e nutrizionisti per un trattamento integrato.
- Farmaci: In alcuni casi, farmaci per trattare condizioni associate come ansia o depressione.
Esempio concreto
Marta, una donna di 28 anni, ha iniziato a soffrire di pica durante la sua seconda gravidanza. Sentiva un forte desiderio di ingerire terra e ghiaccio, che trovava irresistibile. Dopo aver riscontrato una grave anemia, il suo medico le ha suggerito di rivolgersi a un nutrizionista e a uno psicoterapeuta. Grazie al trattamento, che ha incluso integratori di ferro e un supporto psicologico continuo, Marta è riuscita a superare la pica e a portare a termine la gravidanza in modo sicuro.
Letture consigliate
- Dalle Grave R., Calugi S., Sartirana M., Manuale di Terapia Cognitivo Comportamentale dei Disturbi dell’Alimentazione nell’Adolescenza (CBT-Ea) – Descrive un’innovativa forma di terapia per adolescenti con disturbi alimentari, utile per professionisti e famiglie – LINK
- Dalle Grave R., Alle mie pazienti dico… Informazione e auto-aiuto per superare i disturbi alimentari – Manuale di auto-aiuto che offre strategie pratiche per affrontare e superare i disturbi dell’alimentazione – LINK