Alimentazione notturna (Sindrome da)

La sindrome da alimentazione notturna (NES, Night Eating Syndrome) è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da episodi ricorrenti di consumo eccessivo di cibo durante la notte, accompagnati da difficoltà nel dormire e da un ridotto appetito al mattino. Questo comportamento alimentare è spesso associato a un senso di perdita di controllo, ansia e stress. Secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), la NES si distingue da altri disturbi alimentari per il timing specifico delle abbuffate, che si verificano principalmente durante la sera e la notte.

La situazione della sindrome da alimentazione notturna

La NES è un disturbo relativamente meno conosciuto rispetto ad altre patologie alimentari, ma sta guadagnando attenzione per il suo crescente impatto sulla salute pubblica. Colpisce persone di ogni età, ma è più comune tra gli adulti, con una leggera prevalenza nelle donne. La sindrome è spesso sottovalutata perché chi ne soffre tende a nascondere il problema, rendendo difficile una diagnosi precoce.

Diversi studi hanno evidenziato che la NES è strettamente correlata a disturbi dell’umore, in particolare depressione e ansia. Questo disturbo è anche frequente in persone con obesità, che possono percepire un circolo vizioso tra l’aumento di peso e il comportamento alimentare notturno. Inoltre, il fenomeno è spesso associato a ritmi circadiani alterati, che influenzano sia il sonno che la regolazione dell’appetito.

La pressione sociale e lo stigma legati al peso corporeo possono aggravare il disturbo, portando a un ulteriore isolamento e a una difficoltà nel cercare aiuto. Per affrontare efficacemente la NES, è fondamentale una maggiore sensibilizzazione e la disponibilità di trattamenti specifici che prendano in considerazione sia gli aspetti psicologici che fisiologici del problema.

Manifestazioni pratiche

La NES si manifesta attraverso un modello alimentare alterato, caratterizzato da un consumo eccessivo di cibo durante la sera e la notte. Le persone affette possono svegliarsi più volte durante la notte con una forte necessità di mangiare, spesso preferendo cibi ricchi di carboidrati e zuccheri. Questo comportamento è accompagnato da un ridotto appetito al mattino e spesso da un senso di colpa o vergogna per gli episodi notturni.

Un segno distintivo della NES è la difficoltà a dormire. Le persone possono avere difficoltà ad addormentarsi o svegliarsi frequentemente durante la notte, con un’associazione mentale tra l’atto di mangiare e il ritorno al sonno. Questo crea un ciclo in cui il sonno e l’alimentazione diventano strettamente interconnessi.

Sul piano sociale, il disturbo può portare a evitamento di cene in compagnia o situazioni che potrebbero rivelare il comportamento alimentare atipico. Gli individui possono cercare di nascondere il problema, aggravando il senso di isolamento e peggiorando l’impatto psicologico della condizione.

Fattori di rischio e cause

  • Disturbi dell’umore: Depressione e ansia sono frequentemente associati alla NES.
  • Alterazioni dei ritmi circadiani: Scompensi nei cicli sonno-veglia possono contribuire al disturbo.
  • Stress cronico: Situazioni di stress prolungato possono fungere da innesco per il comportamento alimentare notturno.
  • Genetica: Una predisposizione familiare ai disturbi alimentari può aumentare il rischio.
  • Disregolazione ormonale: Alterazioni nei livelli di melatonina, cortisolo e leptina possono influenzare il sonno e l’appetito.
  • Obesità: La NES è spesso associata a un maggiore indice di massa corporea.
  • Abitudini alimentari disfunzionali: Diete restrittive o schemi alimentari irregolari possono predisporre al disturbo.

Impatto personale e sociale

La sindrome da alimentazione notturna ha un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone affette. Dal punto di vista fisico, l’alimentazione notturna porta spesso a un aumento di peso, obesità e complicazioni metaboliche come diabete di tipo 2 e ipertensione. Il sonno disturbato peggiora ulteriormente lo stato di salute generale, riducendo l’energia e la capacità di affrontare le attività quotidiane.

Psicologicamente, il disturbo è associato a un forte senso di colpa e vergogna, che possono sfociare in depressione e ansia. L’incapacità di controllare il comportamento alimentare notturno porta a una riduzione dell’autostima e a un maggiore isolamento sociale.

A livello sociale, la NES può compromettere le relazioni personali e lavorative. Le persone colpite possono evitare di condividere pasti o partecipare a eventi sociali che coinvolgono il cibo, temendo il giudizio altrui. Questo isolamento aggrava ulteriormente il disagio emotivo e il senso di alienazione.

Le famiglie possono essere coinvolte direttamente, vivendo l’impatto della sindrome sul proprio caro e sentendosi spesso impotenti nell’aiutare. Il disturbo può anche rappresentare un onere economico, a causa dei costi associati ai trattamenti e delle complicazioni mediche.

Trattamento

  • Psicoterapia: Interventi terapeutici per identificare e modificare i comportamenti disfunzionali e affrontare eventuali disturbi dell’umore associati.
  • Terapia nutrizionale: Educazione alimentare per stabilire un modello alimentare regolare e bilanciato.
  • Trattamento farmacologico: Farmaci per regolare i ritmi circadiani e trattare sintomi di ansia o depressione.
  • Tecniche di rilassamento: Strategie come la meditazione o il rilassamento muscolare progressivo per ridurre lo stress e migliorare il sonno.
  • Supporto familiare: Coinvolgimento dei familiari per creare un ambiente di sostegno e comprensione.
  • Monitoraggio medico: Valutazioni regolari per monitorare eventuali complicazioni metaboliche o disturbi del sonno.

Esempio concreto

Andrea, 38 anni, lavora come programmatore informatico e conduce una vita apparentemente normale. Tuttavia, da anni si sveglia durante la notte con un forte bisogno di mangiare, spesso consumando dolci o carboidrati. Questo comportamento ha portato a un significativo aumento di peso e a una costante stanchezza durante il giorno. Dopo aver consultato un nutrizionista e un terapeuta, Andrea ha intrapreso un percorso di trattamento che includeva tecniche di rilassamento e una riorganizzazione delle sue abitudini alimentari. Ora riesce a dormire meglio e a gestire il suo comportamento alimentare in modo più sano.

Letture consigliate

  • Dalle Grave R., Disturbo da alimentazione incontrollata. Che cos’è. Come affrontarlo – Manuale di autoaiuto per chi soffre di disturbi dell’alimentazione – LINK
  • Ballardini D., Schumann R., La riabilitazione psiconutrizionale nei disturbi dell’alimentazione – Guida alla gestione dei disturbi alimentari con un approccio psiconutrizionale – LINK
  • Monti M.R., I disturbi dell’alimentazione. Diagnosi, clinica, trattamento – Una guida completa e pratica per i professionisti della salute mentale che copre una vasta gamma di disturbi alimentari – LINK